INAIL: MORTI BIANCHE AI MINIMI DAL '51.AUMENTANO GLI INCIDENTI DEGLI STRANIERI.
Meno infortuni e, soprattutto, meno morti sul lavoro in Italia, lo scorso anno. A dirlo è l’Inail nel rapporto 2008. Anno in cui sono giunte all’Istituto nazionale infortuni sul lavoro 874.940 denunce, circa 37.500 casi in meno rispetto al 2007. Anche per gli infortuni mortali il bilancio 2008 risulta numericamente favorevole: 1.120 morti con una riduzione del 7,2% rispetto ai 1.207 dell’anno precedente. Un trend confortante, che tuttavia non riguarda i lavoratori stranieri, tra i quali si è invece registrato un aumento (+2 per cento.)
Le cifre italiane in dettaglio
La distinzione dell’Inail è tra gli infortuni “in occasione di lavoro”, cioé quelli avvenuti all’interno del luogo di lavoro nell’esercizio effettivo dell’attività, e gli infortuni “in itinere”. Da questo punto di vista, il nemico numero uno è sicuramente la strada, colpevole di oltre la metà delle morti bianche. Dei 1.120 infortuni mortali del 2008, infatti, 335 sono quelli determinati da circolazione stradale in occasione di lavoro (autotrasportatori, commessi viaggiatori, addetti alla circolazione stradale, ecc.) e 276 quelli in itinere, ovvero sul percorso casa lavoro e viceversa, accaduti prevalentemente su strada. Un dato particolarmente importante quest’ultimo se si tiene presente che alcuni Paesi dell’Europa a 15 (Danimarca, Irlanda, Paesi Bassi, Regno Unito e Portogallo) non rilevano gli infortuni in itinere e che tra questi, Irlanda e Regno Unito, non registrano neppure quelli stradali occorsi durante l’esercizio dell’attività lavorativa.
Nord, centro e sud
L’analisi territoriale mostra che la riduzione degli infortuni osservata tra il 2007 e il 2008 ha riguardato praticamente tutte le regioni, ad eccezione della Valle d’Aosta (+3,9 per cento), che, tuttavia, presenta una consistenza numerica molto limitata. Più sostenuti i cali in Friuli-Venezia Giulia (-7,6 per cento) e nella provincia autonoma di Trento (-7,1 per cento). Da rilevare la stabilità della Sicilia che ha registrato solo una settantina di denunce in più (+0,2 per cento) e del Lazio che ha contato 70 denunce in meno.
A livello di ripartizione la riduzione ha interessato tutte le grandi aree geografiche, con maggiore accentuazione nel Nord-Est (-5,3 per cento); il calo più modesto si rileva, invece, nelle isole (-0,6 per cento). Le morti sul lavoro sono diminuite in particolar modo nel Nord-Ovest (-14,5 per cento) con punte ancora più elevate in Piemonte (-27 per cento) e Lombardia (-16 per cento).
In valori assoluti, la regione con più elevata frequenza di accadimento è l’Umbria, per la quale si è rilevato un indice maggiore del 48 per cento rispetto alla media nazionale, sceso comunque da 45,23 a 43,70 rispetto al precedente triennio. Al secondo posto nella graduatoria troviamo l’Emilia-Romagna, segue il Friuli-Venezia Giulia. Migliora la posizione della Puglia che scende dal quarto al sesto posto. Agli ultimi posti si confermano ancora una volta Sicilia (-16 per cento rispetto alla media nazionale), Campania (-31 per cento) e soprattutto Lazio (-35 per cento), con una situazione analoga a quella riscontrata nel triennio precedente.
Meno incidenti in agricoltura
Il calo degli infortuni in ambiente lavorativo è risultato più consistente, come ormai di consuetudine, in agricoltura (-6,9 per cento) e sostenuto, comunque, anche nell’industria e servizi (-4,3 per cento), mentre per i dipendenti dello stato si è registrato un aumento del 7,6 per cento, sulla scia degli incrementi già osservati negli anni precedenti. Il calo è molto più accentuato per gli uomini (-5,6 per cento) che per le donne (-0,2 per cento). Per quanto riguarda invece gli infortuni mortali la situazione è diversa: una riduzione del 7 per cento circa, in linea con l’andamento generale, per gli uomini (dai 1.110 morti del 2007 ai 1.035 del 2008) mentre la componente femminile fa registrare una flessione superiore al 12 per cento (85 lavoratrici decedute nel 2008 rispetto alle 97 del 2007). Dal punto di vista dell’età, i lavoratori che hanno avuto maggiore beneficio del miglioramento dei livelli di rischio infortunistico nel 2008 sono i giovani (fino a 34 anni) per i quali gli infortuni sono scesi da 350.000 circa del 2007 agli oltre 320.000 del 2008, con un calo dell’8 per cento, mentre per i casi mortali le flessioni più consistenti, nell’ordine del 16 per cento, si registrano per le classi di età più anziane (50 - 64 e 65 e oltre).